L’Egagropilo come esca per il fuoco
Camminando sulla spiaggia sarà capitato a molti di vedere quelle pallottole “pelose” color marrone chiaro, talvolta schiacciate ed ovalizzate e domandarsi cosa siano.
Comunemente chiamati balle, patate o polpette di mare, talvolta palle di Poseidone, sono agglomerati di fibre derivanti dalla scomposizione di piante marine quali la Posidonia o la Zostera. Il nome corretto è egagropili, egagropilo al singolare.
Queste formazioni sono un buon indicatore della salute del mare, nella “giusta” quantità indicano che davanti alle spiagge sono presenti sane praterie di posidonia, un numero eccessivo indicherebbe invece la loro moria dovuta a qualosa di sbagliato nell’ambiente marino.
Gli egagropoli rappresentano una risorsa, venendo utilizzati per la realizzazione di pannelli fono e termo isolanti ed essendo anche impiegati per la realizzazione della carta.
L’egagropilo una volta asciugatosi dall’acqua di mare rappresenta un ottima esca per il fuoco! Pur non infiammandosi è in grado di ricevere il calore generato da una fonte, ferro cerio o lente fresnel, e bruciare producendo una caldissima brace che a contatto con un “nido” o con sottili legnetti è in grado di farli infiammare.
Nei due video sottostanti ne mostriamo l’utlizzo con il ferro cerio e con la lente fresnel.